Incompiuti

In questa sezione del blog sono presenti le opere incompiute di Charlotte Brontë edite in lingua italiana.


 La storia di Willie Ellin

1853. Charlotte Brontë ha trentasette anni e sta affrontando il periodo più difficile della sua vita. È rimasta sola con il padre nella silenziosa canonica di Haworth, villaggio industriale dello Yorkshire, a ridosso della ventosa brughiera. Ha sepolto le ultime due sorelle, Emily e Anne, è continuamente afflitta da malanni e guarda al futuro con incertezza. Il suo destino sembra legato a un’unica decisione, ma prenderla o meno implica ferire se stessa o suo padre. La sua paura più grande, quella di morire da sola, la opprime senza tregua, così Charlotte sacrifica il suo amore filiale e decide di sposare il reverendo Arthur Bell Nicholls, già respinto una volta. In quel momento nei cassetti della sua stanza giace un manoscritto incompiuto, scritto a matita: La storia di Willie Ellin. Questa rappresenta la prima traduzione in italiano dell’opera, la cui importanza deriva proprio dalla sua forma embrionale. Essa lascia scorgere e apprezzare il prezioso momento della prima stesura del pensiero della scrittrice salita agli onori letterari grazie Jane Eyre e Villette: errori, ripensamenti, abbreviazioni, fugaci paesaggi e personaggi che ci sembra di aver già conosciuto, da sempre vivi e vividi nell’immaginario dell’autrice fin dall’infanzia.



Emma




Matilda Fitzgibbon è una ricca ereditiera. Ammessa al Fuchsia Lodge, la scuola privata delle sorelle Wilcox, è subito trattata con tutti i riguardi dovuti al suo rango. All’arrivo delle vacanze di Natale, la direttrice Wilcox invia un messaggio al padre dell’allieva, ma scopre, con l’aiuto dell’amico William Ellin, che si è verificato un terribile malinteso. Un alone di mistero circonda la famiglia Fitzgibbon e le sue ricchezze. Pubblicato dopo la morte di Charlotte Brontë, Emma è l’ultimo romanzo incompiuto dell’autrice resa celebre da Jane Eyre e Villette. Questa rappresenta la prima traduzione in italiano dell’opera e comprende l’appassionata prefazione che lo scrittore William M. Thackeray le dedicò sul Cornhill Magazine nel 1860.






Ashworth




Nel 1839 Charlotte Brontë dà il suo addio ad Angria, il lunghissimo ciclo di racconti scritto durante tutta l’infanzia e parte dell’adolescenza. Dopo anni trascorsi a scrivere per il puro gusto di farlo, è ora di fare sul serio, è tempo di scrivere un romanzo da pubblicare. Quel romanzo è Ashworth.
La storia della famiglia Ashworth costituisce un lungo antefatto a quella che sarebbe diventata la travagliata storia d’amore tra Mary Ashworth e Arthur Ripley West, passando per un gioco di corteggiamenti a scapito di Marian Fairburne.
Frutto di una preziosa ricostruzione di fogli sparsi per il mondo, il testo ci consegna, ancora una volta, una storia di uomini dannati e donne frivole, di amori controversi e drammi economici che, alla fine, sono ancora figli di Angria.





I Moore





Di ritorno da Bruxelles per un’esperienza di studio, Charlotte Brontë scrisse Il professore. Era il suo primo vero romanzo. Rifiutato dalla Smith, Elder & Co. perché troppo corto, le fu suggerito di migliorarlo e allungarlo. Di tre tentativi oggi sopravvive solo questo testo che prende il titolo convenzionale di I Moore. Vi ritroviamo i personaggi classici del repertorio di Charlotte: i fratelli in dissidio (John Henry e William) e le signorine frivole a caccia di matrimonio aristocratico. Stavolta sono William Moore e Alicia Wynne a farci sognare un amore faticoso e sacrificato, ma forse, alla fine, semplicemente amore.




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